Mario Draghi ed Emmanuel Macron hanno pubblicato il 23 dicembre un articolo a doppia firma sul sito del Financial Times titolato ‘Le regole di bilancio dell’Ue devono essere riformate se vogliamo garantire la ripresa’.
Il messaggio, chiaro, è: serve “più spazio di manovra” per fare investimenti e sostenere il sistema di welfare, ammonendo che il Patto di stabilità “non deve impedirci di farlo”. Niente tagli alla spesa, nè inasprimenti fiscali nell'Unione prossima ventura dunque.
L’articolo è una dichiarazione congiunta contro un ritorno all’austerity nel post-pandemia. Si legge nello scritto: “Abbiamo bisogno” di un quadro normativo “credibile, trasparente e capace di contribuire all’ambizione di costruire un’Europa più forte, sostenibile ed giusta”. “Non c’è dubbio sulla necessità di ridurre il livello del nostro indebitamento, ma non possiamo pensare farlo attraverso maggiori tasse o tagli insostenibili alla spesa sociale”.
Draghi e Macron anticipano nello scritto le priorità del semestre di presidenza francese. “Il programma Next Generation EU è stato un successo – scrivono – nella sua valutazione della qualità della spesa pubblica e nella sua modalità di finanziamento. In quanto tale, offre un utile modello per il futuro. Nuove proposte meriteranno una discussione approfondita, non offuscata dall’ideologia, con l’obiettivo di servire al meglio gli interessi dell’Ue nel suo insieme. La prossima presidenza francese del Consiglio Ue avrà l’obiettivo di sviluppare una strategia globale condivisa per il futuro dell’Unione”.
Macron e Draghi condividono da diverso tempo preoccupazioni sull'evolversi delle minacce alla ricrescita delle economie dei rispettivi paesi, in un comune scenario di stimoli fiscali e inflazione, evidentemente allarmati dalle idee del neoministro delle Finanze tedesco Lindner descritto dai media come poco entusiasta di un eventuale mancato rientro dalle “deroghe” del Patto di Stabilità nel 2023. La difesa nell'articolo di un policy mix fiscale-monetario accomodante fa del contributo di Draghi e Macron una traccia d'impatto nel percorso di riforma del PSC.
Antonio De Chiara @europolitiche.it