Il penultimo fine settimana di giugno è stato animato da un improvviso scossone al fronte di politca interna della Federazione Russa.
Uno scenario imprevisto si è palesato il 24 giugno sui media di tutto il mondo con una clamorosa dichiarazione di Jewgeni Prigoschini, capo della milizia pararussa Wagner in prima linea da febbraio 2022 nell'aggressione all'Ucraina. Prigoschini ha usato parole di dissenso e disprezzo verso i generali supremi dell'esercito regolare della Russia, rei di volerlo sabotare e depotenziare nel suo impegno in Ucraina, e ha annunciato una clamorosa marcia di mezzi pesanti della sua milizia mercenaria in territorio russo verso Mosca.
La reazione di Putin
Ha fatto davvero impressione in Occidente la presa della Wagner della città di Rostov sul Don, centro importante della Russia meridionale, dove vivono un milione e centotrentamila abitanti, e la marcia verso la capitale attraversando le regioni di Voronezh, Lipetsk e Tula incontrando solo sporadici (ma violenti) tentativi di resistenza.
Vladimir Putin ha reagito con una diretta televisiva in notturna definendo traditori i miliziani e disponendo un cordone di sicurezza introno al centro di Mosca. I miliziani non si sono fatti intimidire e si sono spinti fino a duecneto chilometri dal Cremlino e cioè fino a quando il loro capo ha ordinato un dietrofront, grazie, almeno da quanto è trapelato ufficlamente, alla mediazione del presidente bielorusso Lukashenko.
Cautela a Bruxelles
La reazione delle istituzioni europee è stata di grande cautela e in linea con l'altrettanto misurata reazione di Nato e Cssa Bianca. La parola d'ordine che è rmbalzata tra Washinton e Bruxelles fino alla riunione dei Minsitri degli Esteri dell'Unione europa in Lussemburgo, è stata di considerare “la rivolta della milizia Wagner” un “questione interna” alla Russia.
L' Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Borrell ha sottolineato a nome di tutta la Commissione europea l'importanza di "continuare a sostenere Kiev" e ha aggiunto: "è più importante che mai”. Ciò che è accaduto durante lo scorso fine settimana ha dimostrato, secondo Borrell, “che la guerra contro l’Ucraina sta provocando crepe nel potere russo e condizionando il suo sistema politico”.
desk @europolitiche.it