La Russia riconosce l'indipendenza delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall'Ucraina. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin al termine del discorso alla nazione nella serata di lunedi 21 febbraio, firmando in diretta tv il riconoscimento del Donbass, alla presenza dei due leader delle repubbliche separatiste.
il capo del Cremlino aveva annunciato ufficialmente al tedesco Olaf Scholz e al francese Emmanuel Macron che le autoproclamate repubbliche del Donbass stavano per essere ufficialmente riconosciute da Mosca. Un annuncio diffuso proprio durante la conferenza stampa dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, dopo il Consiglio Affari Esteri a Bruxelles che aveva minacciato sanzioni contro la Russia in caso di ulteriore escalation della crisi.
Una crisi deflagrata nel 2014
La crisi nel Donbass è iniziata sette anni fa, il 23 febbraio 2014. All’epoca, nell’Est dell’Ucraina iniziarono proteste contro la sostituzione di Janukovič, l’allora presidente ucraino filo-russo, con il nuovo governo filo-occidentale insediatosi a Kiev. I manifestanti chiesero l’indipendenza delle aree di Donetsk e Lugansk e il 6 aprile 2014 occuparono i palazzi dei Consigli regionali dei suddetti territori. Le autorità locali russofone indipendentiste proclamarono l'indomani la nascita delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Seguì l'11 maggio 2014 il referendum per l’indipendenza delle due aree confermò la volontà dei separatisti. La Russia , che il 16 marzo dello stesso anno aveva annesso con una azione militare la Crimea al suo territorio, sostenne le due nuove Repubbliche. L’Ucraina non accettò la perdita delle due aree e tentò, a partire da giugno 2014, di riprenderne il controllo. Da oltre sette anni Ucraina e Russia sono in guerra in Donbass pur .
L'evento preceduto dalla sconfessione russa degli Accordi di Minsk.
A poche ore daI clamoroso riconoscimento dell'indipendenza, Dmitry Kozak, capo dei negoziati di pace in Ucraina, aveva dichiarato "fermo dal 2019" il processo negoziale previsto dagli accordi di Minsk, a causa della riluttanza ucraina ad attuarli. Gli aveva fatto eco Vladimir Putin in persona, durante la riunione del Consiglio di sicurezza russo trasmessa dalla televisione pubblica, sostenendo di aver capito la loro mancanza assoluta di prospettive.
Le reazioni europee
"Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina è una palese violazione del diritto internazionale, dell'integrità territoriale dell'Ucraina e degli accordi di Minsk. L'Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà con l'Ucraina". Sono i tweet del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.