Emmanuel Macron ha parlato in settimana alla Conferenza sul futuro dell’Europa, dicendosi a conoscenza delle paure legate al fatto che vi siano più “velocità”, ma bisogna accelerare, essere più ambiziosi, creare convergenze non esclusioni, per consentirle di «affermarsi come potenza». Invece la situazione è diversa: «Abbiamo paura di essere più ambiziosi, e abbiamo torto. Perché queste avanguardie non escludono, ma permettono a coloro che vogliono andare un po’ più lontano di farlo e di rendere l’ambizione desiderabile», ha spiegato il presidente della Francia. Dunque, nel nuovo contesto geopolitico causato dalla guerra in Ucraina, auspica la creazione di una Comunità politica europea, perché «questa nuova organizzazione europea permetterebbe alle nazioni europee democratiche, aderenti ai nostri valori, di trovare un nuovo spazio di cooperazione politica». Ma oltre che ambiziosi, bisogna essere realistici. «L’Unione Europea, dato il suo livello di integrazione e di ambizione, non può essere, a breve termine, l’unico modo di strutturare il continente europeo». Per Macron bisogna ripensare l’Europa, «senza fragilizzare l’intimità che si è costruita dentro l’Ue». Quindi, l’adesione non è l’unica risposta, che invece è stata data finora. Bisogna per Macron «aprire una riflessione storica, all’altezza degli avvenimenti che stiamo vivendo, sull’organizzazione del nostro continente».
Il riferimento di Emmanuel Macron è alla proposta di François Mitterand del 1989, cioè quella di creare una Confederazione europea. Una proposta «senza dubbio troppo precoce» per il presidente francese, che ha ricordato anche che veniva compresa la Russia. Aspetti questi che resero la proposta «inaccettabile» per quei Paesi che si erano appena liberati dal «giogo sovietico». Ma quella proposta partiva da una domanda attuale: come organizzare l’Europa da un punto di vista politico a prescindere dall’Ue. Quindi, una Comunità politica europea «non pregiudicherebbe per forza l’adesione futura all’Ue, né sarebbe chiusa a coloro che hanno lasciato quest’ultima».
Antonio De Chiara @europolitiche