Dopo soli 45 giorni dall'insediamento come Primo Ministro della Gran Bretagna , Liz Truss si è dimessa giovedì 20 ottobre, sancendo la sua rinuncia a guidare il Conservative Party.
L'ascesa
Quando le fu chiesto un suo difetto, Liz Truss aveva risposto senza esitazione: "Penso di essere un po' implacabile". I media scomodarono paragoni iperbolici presentando la quaratasettenne conservatrice come la nuova "Iron Lady" di Londra, la terza donna a installarsi a Downing Street, dopo Margaret Thatcher e Theresa May.
Scoperta e lanciata da David Cameron, progressivamente passata negli ultimi anni con Boris Johnson che aveva premiato la sua vicinanza nominandola titolare del Commercio Internazionale tra il 2019 e il 2021 negli anni in cui la Global Britain si plasmava attraverso gli accordi commerciali con i Paesi del Commonwealth. Nel dicembre 2021, infine, l’ultima e decisiva promozione a Ministro degli Esteri. lo scranno dalla quale la Truss prenderà il volo verso il gradino più alto del Partito e del Regno Unito.
Nelle primarie dei Tories che dovevano designare il nuovo leader e premier del Regno Unito, Liz Truss aveva scavalcato nettamente il rivale, il 42enne Sunak, di origini familiari indiane, la cui ascesa a Downing Street avrebbe rappresentato il primo caso di un premier britannico proveniente da una minoranza etnica dell'ex impero. Sunak è una figura di spicco dei Tories e dal al 13 febbraio 2020 al 5 luglio 2022 Cancelliere dello Scacchiere nel secondo governo Johnson, dal quale si era smarcato nel periodo delle dimissioni.
Nel duello finale con Sunak, affidato al voto postale, la Truss aveva: corteggiato la base militante dei circa 200.000 iscritti al partito con un programma a tutta destra. Al congresso Truss aveva promesso tagli di tasse a pioggia e slogan thatcheriani contro la redistribuzione delle ricchezze in politica economica a dispetto di crisi e inflazione. Linea dura johnsoniana (con toni ancora meno diplomatici) della Truss sia contro la Russia di Vladimir Putin in Ucraina sia in qualche misura nella sfida all'Ue su dopo Brexit e Irlanda del Nord.
Gli errori
Ispirandosi alla leader conservatrice più carismatica e controversa della storia d'occidente, Liz Truss nominata Primo Ministro aveva pensato di inaugurare un nuovo corso fatto di consistenti tagli fiscali per dare uno stimolo alla ripresa. Una ricetta subito apparsa azzardata in una fase declinante dell'economia e, sbilanciata sui vantaggi ai più abbienti. I mercati avevano reagito bruscamente. Incapace di gestire la tensione nel Paese e tenere sotto controllo il malumore nel suo partito, Liz Truss aveva dato l'impressione, nel senso comune, di essere al posto sbagliato nel momento sbagliato, tra l'altro coeva alla dipartia della Regina Elisabetta.
Con il ritiro de facto della manovra gestita da un secondo Cancelliere dello Scacchiere, la Truss aveva imboccato celermente la via del tramonto,
Le dimissioni
Con una serie di sondaggi impietosamente diffusa dai media, la Truss era descritta, già nei giorni della seconda metà d'ottobre, come orientata a lasciare. Un quadro confermato dalle clamorose dimissioni della sua ministra degli Intern Braverman, famosa per posizioni anti-immigrazione. che ha di poco preceduto le dimissioni del 20 ottobre.
Quando giovedi 20 sono arrivati a Downing Street sia il presidente del partito conservatore, Jake Berry, che Sir Graham Brady, presidente del 1922 Committee, sono circolate le voci delle dimissioni della Truss, puntualmente arrivate.
Il Governo Truss è stato il meno longevo della storia britannica e rimarrà in carica fino a quando non sarà scelto il successore della Truss, ruolo che spetta ancora ai Tories.
La successione e gli scenari possibili.
I conservatori britannici sono ora di nuovo alla ricerca di una leadership credibile in modo da opporsi alle richieste di elezioni anticipate, rispetto alla naturale scadenza del 2024, da parte del Labour Party, guidato da Keir Starmer dal 2020 e in costante risalita nei sondaggi.
Antonio De Chiara @europolitiche