Sulla scia della esemplare lezione di diplomazia offerta dalla recente visita del Presidente Mattarella in Francia, il primo bilaterale franco-italiano della Presidente del Consiglio italiano a Parigi si è tenuto, martedi 20 giugno, in un clima di cordiale dialogo con il Presidente Macron.
L'incontro è stato preparato da giorni dai rispettivi staff diplomatici, ricadendo in una fase molto delicata degli equilibri intraeuropei che ha suggerito ai due leader di accantonare, almeno formalmente, le recenti polemiche tra i due governi. Gli attriti hanno riguardato le rispettive politiche di accoglienza dei migranti nei due Paesi, tanto che a metà maggio alcuni ministri di primo piano di Parigi e Roma si sono affrontati sui media con toni molto duri, accusandosi a vicenda di inadeguatezza nella gestione dei flussi di clandestini sugli improbabili barconi provenienti dalle coste del Nord Africa.
Non sono state secondarie le ragioni che conducono alle prossime europee del 2024. Come noto, i macroniani francesi di Renaissance, schierati con Renew a Strasburgo, si richiamano a valori di euroentusiasmo da sempre e stanno preparando una campagna elettorale che si oppone alle destre sovraniste, tra le quali si colloca il partito che in Italia fa capo a Giorgia Meloni. In questo quadro, possono essere rilette le polemiche da Parigi con il governo di Roma, con una Premier di destra alla guida dei conservatori europei (ECR). Meloni nei suoi recenti tour europei è apparsa alla ricerca di nuovi assetti che, in vista del nuovo Parlamento europeo, potrebbero relegare all'opposizione a Strasburgo anche gli eurodeputati eventualmente espressi da Renaissance nel 2024.
Ben altri, i toni registrati il 20 giugno all'Eliseo. Il dialogo de visu tra Macron e Meloni a Parigi ha sicuramente giovato. Nè è scaturito una dichiarazione congiunta diffusa a margine del bilaterale che ha recato nel testo parole significative e riconcilianti: "Italia e Francia sono due nazioni legate, due nazioni importanti, centrali e protagoniste in Europa. Due nazioni che in un momento come questo hanno bisogno di dialogare perché molto convergenti sono gli interessi comuni".
Una convergenza possibile tra Francia e Italia riguarda sicuramente la sfida della nuova governance economica Ue. I due Paesi fondatori sono de facto accomunati dal sostegno alla proposta presentata dalla Commissione europea nei giorni scorsi sia all'Eurogruppo che all'Ecofin. Parigi e Roma vorrebbero che il ripristino del Patto di Stabilità e Crescita da gennaio 2024 sia meno pressante sui piani annuali di rientro che li riguardano opponendosi alla Germania che chiede invece di non stravolgere il vecchio impianto del Patto pre-pandemia. Berlino pretende ancora la riduzione dei deficit con paletti numerici prestabiliti e uguali per tutti, automatici appunto, incasellando in schemi rigidi i Paesi più indebitati, preoccupati di poter reggerne i vincoli. In più l'Italia insiste sulla richiesta di una 'golden rule', un'eccezione all'attesa regola sulla traiettoria di spesa, chiedendo "considerazione" o un "trattamento particolare" per gli investimenti ritenuti prioritari nell'Ue, "in particolare quelli relativi alla transizione ambientale, energetica e digitale".
Sullo scottante dossier migratorio, prioritario per l'attuale governo in carica a Roma, il Presidente francese Macron ha aperto alla ricerca di soluzioni piu idonee già a partire dal prossimo Consiglio europeo di fine giugno.
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