L'Europa è sempre più al centro del dibattito politico e culturale globale. In questo momento così propizio a leggere libri sull'Europa, può essere interessante riprendere nella biblioteca ideale della cultura politica continentale "Europeismo”, la raccolta di scritti di Altiero Spinelli su questo -ismo, pubblicata meritoriamente dalla Treccani nel 2019 nella collana Voci, con la prefazione di Giuliano Amato. Come noto ai cultori di quella biblioteca ideale, Altiero Spinelli aveva maturato in anni di carcere e confino la convinzione che solo un'organizzazione federale avrebbe potuto far rientrare l'Europa da protagonista nel quadro internazionale. Per servire tale convinzione, Spinelli seppe catalizzare sull'europeismo un combinato disposto di spinta vigorosa all'idealità intellettuale e di promozione della militanza attiva. Non fondò un partito, bensì un movimento trasversale ai partiti politici.
In Europeismo ritroviamo lo Spinelli che definisce i contorni originari della genesi di un luogo tanto geografico quanto culturale, ma che prima ancora è stato soprattutto un sentimento e un modo di interpretare l'esistenza. Il celebre europeista italiano racconta così la nascita e la diffusione di un'idea di condivisione politica che ha visto nel cittadino europeo il centro di un discorso capace di lasciarsi alle spalle la tragedia di due guerre figlie della violenza cieca degli Stati nazionali. L'integrazione europea è il faro che da una piccola isola del mediterraneo, Spinelli, insieme a Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann, accese sulle ombre lunghe e nere del nazionalismo che negli anni trenta e nei primi anni quaranta aveva condotto allo sfacelo bellico continentale. Nel riverbero del Manifesto, quegli uomini e quelle donne attingono ad una congerie di tradizioni e innovazioni politiche, scompaginando da Ventotene steccati ideologici, fondati da sovranità statuali millenarie, non senza portarne a sintesi lo spirito concreto, per la meta comune: l'Europa unita. Verranno poi gli anni in cui Spinelli fu tra i protagonisti di quel progressivo e ancora incompleto trasferimento di funzioni politiche ed economiche che strutturano l'odierna Unione. Spinelli ci ha lasciato nel 1986 e le vicende del Vecchio Continente continueranno ad essere condizionate da forze che lo trascendono nella dimensione geopolitica e nel respiro strategico. Giuliano Amato ne attualizza pensiero e contributo
introducendo con un saggio da par suo Europeismo, e lo rivede alla luce della contemporaneità dell'ideale europeo. Possiamo così disporre una guida utile a individuare, in un contrappunto critico, le risorse inesplorate e le criticità di un'idea che compendia e rappresenta gli ideali di larga parte d'Europa.
Giusy Rossi @europolitiche.it