Con il voto di domenica 1 giugno, la Polonia ha deciso il nuovo Capo di Stato per i prossimi 5 anni. A scontrarsi sono stati il sindaco europesita di Varsavia Rafal Trzaskowski e il trumpiano Karol Nawrocki. Ha prevalso, seppur di misura con il 50,89% dei voti, Nawrocki, candidato del partito nazionalista-conservatore Diritto e Giustizia. Il Pis (Diritto e Giustizia) è un partito politico polacco di destra, di ispirazione conservatrice clerical e nazionalista, fondato nel marzo del 2001 dai gemelli Lech e Jaroslaw Kaczynski, dall'unione di una parte dell'Azione Elettorale Solidarnosc con il partito Accordo di Centro.
Esce malconcio Trzaskowski che negli ultimi anni ha condiviso con Donald Tusk la guida del partito Coalizione civica, vincitore delle politiche nel 2023, che pure si diceva, in campagna elettorale, aperto al dialogo e alla ricerca di un ampio consenso sociale, per far uscire la Polonia dalle drastiche divisioni dovute all'operato fra 2015 e 2023 del governo populista del partito Diritto e giustizia (Pis).
L'ascesa di un sovranista
Il sovranista Nawrocki non ha mai nascosto le riserve verso Bruxelles, mentre guarda con speranza, anche per le sfide legate alla sicurezza, agli Stati Uniti di Donald Trump. Nel corso della campagna elettorale si è recato a Washington. Ha dischirato di esser contrario all'ingresso dell'Ucraina nella Nato. Dichiaratosi più volte ostile al governo Tusk, da neopresidente potrebbe puntare sulle elezioni politiche anticipate con la speranza di favorire il ritorno al potere del partito di Kaczynski.
Quale convivenza con Tusk?
Il neopresidente Nawrocki punterà a spianare la strada al ritorno al potere del PiS e ostacolare sistematicamente l’attività del governo. Il premier Donald Tusk dovrà ora convivere con un altro Capo dello Stato ostile dopo l'uscente Andrzej Duda, anch’egli espressione del Pis, che ha già usato il proprio potere di veto per bloccare la riforma della giustizia e altre iniziative del governo Tusk, in carica dal 2023 dopo la sconfitta del Pis alle elezioni parlamentari.
Nei giorni precedenti al voto, Tusk aveva avvertito che una vittoria di Nawrocki avrebbe messo a rischio non solo le riforme interne, ma anche la posizione della Polonia all’interno dell’Unione Europea, specialmente in un contesto segnato dalla guerra in Ucraina. Nawrocki, dal canto suo, si è detto contrario all’adesione di Kiev alla Nato, posizione che Tusk ha definito un «atto di tradimento».
In questo clim, le prossime settimane saranno un primo banco di prova per l'evoluzion della storia politica polacca.
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