EU/EN - The Munich Security Conference in Germany from 14 to 16 February animated a detailed debate on the war in Ukraine and a close comparison between different visions of recent history and future geopolitical challenges. The position taken by the new US administration on the Russian-Ukrainian conflict emerged during the meetings in Munich. In favour of ending the war, the new president Trump inspired the positions expressed by his vice president Vance, who flew to Munich to participate in the conference. Vance, like Trump, not very convinced of Zelensky's leadership, did not yet appear ready to propose a structured peace plan and, at most, envisaged scenarios of confrontation with Putin of a bilateral nature, with the aim of reducing, de facto, the role of European countries in the negotiating tables to a secondary one.
In Munich, Vance openly supported the consonance of the new US course with the European far right, particularly German, provoking, in Munich, the reaction and the accusation of undue interference by the outgoing Chancellor Scholz.
Since it was a security conference, the tones on the duties announced by Trump were less pronounced. Economic resources were nevertheless discussed in Munich in relation to investments and resources to be deployed for greater strategic autonomy of the European Union. The President of the Commission Von der Leyen significantly spoke of a separation of defense spending from the European Stability Pact.
IT - La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco in Germania ha animato dal 14 al 16 febbraio un articolato dibattito sulla guerra in Ucraina e un confronto serrato fra diverse visioni della storia recente e delle sfide geopolitiche future. La postura assunta dalla nuova amministrazione statunitense sul conflitto russo-ucraino è emersa nel corso degli incontri a Monaco. Favorevole a mettere fine alla guerra, il neopresidente Trump ha ispirato le posizioni espresse dal suo vice Vance, volato a Monaco per partecipare alla conferenza. Vance, come Trump poco convinto della leadership di Zelensky, non è apparso ancora pronto per proporre un piano di pace strutturato e, al più, ha prefigurato scenari di confronto con Putin di natura bilaterale, nell'intento di ridurre, de facto, a secondario il ruolo dei Paesi europei nei tavoli negoziali. Zelensky si è seduto ai tavoli di Monaco paventando i rischi di annunci che finiscono per avvantaggiare l'aggressore dell'Ucraina, in questo confortato dalla ennesima conferma di sostegno della presidente della Commissione Von der Leyen e dei principali convenuti europei a Monaco.
Vance non ha perso occasione per ribadire la sua narrazione notoriamente critica nei confronti di quei leader e gruppi politici dell'Unione europea giudicati d'intralcio al nuovo corso della Casa Bianca, ispirato da un realismo pragmatico e da una politica di potenza unilateralista. Ampliando lo spettro di critiche, il vicepresidente americano ha accusato l'Ue di essersi allontanata dai valori occidentali di stampo tradizionale, avventurandosi in modernismi - eccessivo solidarismo in campo migratorio, malriposta tolleranza multiculturalista, marginalizzazione delle voci critiche - ai quali Vance ha opposto il sostegno all'estrema destra europea, in particolare tedesca, suscitando, a Monaco, la reazione e l'accusa d'indebita ingerenza da parte del Cancelliere uscente Scholz.
Essendo una conferenza sulla sicurezza sono stati meno pronunciati i toni sui dazi annunciati da Trump. Di risorse economiche si è comunque parlato a Monaco in relazione agli investimenti e alle risorse da mettere in campo per una maggiore autonomia strategica dell'Unione europea. La presidente della Commissione Von der Leyen ha aperto ad uno scorporo dal Patto di Stabilità europeo delle spese per la difesa. L'intento è di liberare e destinare risorse a strategie di consolidamento del coordinamento militare tra eserciti dei Paesi Ue, in vista di una difesa comune. L'annuncio conferma che l'esecutivo europeo reputa possibile la prospettiva, paventata da Trump, di progressivo ridimensionamento della contribuzione statunitense alla Nato in Europa, con conseguente richiesta di maggiori finanziamenti degli alleati europei.
Antonio De Chiara @europolitiche.it