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Crossmediale in lingua italiana sulle politiche delle istituzioni europee e dei governi dei paesi dell’Unione Europea

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L'allargamento secondo la Commissione: l'Unione risponda all'appello della storia

07-12-2023 17:25

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L'allargamento secondo la Commissione: l'Unione risponda all'appello della storia

Il pacchetto allargamento 2023 verte sui dossier di paesi con domanda di adesione Ue: Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Monenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia

Recentemente la Commissione Europea ha adottato il pacchetto allargamento 2023, in cui presenta un'attenta valutazione dei dossier dei paesi che hanno fatto domanda di aderire all'Unione Europea e in particolare Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia. 

Per la prima volta ha valutato anche la situazione e i progressi ottenuti dall'Ucraina, dalla Moldavia e dalla Georgia, riconoscendo loro lo status di paese candidato e dando mandato al Consiglio di avviare i negoziati. 

La relazione si incentra soprattutto sulle riforme attuate e sulle priorità per quelle future. Il prossimo step di verifica sarà marzo 2024. 

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "L'allargamento è una politica di importanza vitale per l'Unione europea. Il completamento della nostra Unione risponde all'appello della storia, è l'orizzonte naturale dell'Unione stessa e rientra anche in una forte logica economica e geopolitica. I precedenti allargamenti hanno dimostrato gli enormi vantaggi sia per i paesi candidati all'adesione che per l'UE. Una vittoria per tutti".
 

L'Ucraina, nonostante la guerra, ha mostrato una forte volontà di compiere passi in avanti verso le riforme richieste dall'UE, sui temi della giustizia, della lotta alla corruzione e sulla costruzione di un sistema di pubblica amministrazione trasparente. Anche il percorso di Moldavia e Georgia mostra notevoli passi in avanti soprattutto sull'affermazione dei diritti umani e sulla riforma della giustizia. Anche se mancano ancora misure più attente contro la discriminazione e la violenza verso le donne. 

Anche la situazione nei Balcani occidentali non è meno complessa ed ha subito battute di arresto per le dinamiche geopolitiche dell'area. In particolare si segnalano le tensioni armate tra Serbia e Kosovo, che hanno visto solo di recente una tregua facilitata dall'UE. Il Montenegro ha subito una polarizzazione a causa del nuovo governo e i negoziati devono riprendere. La Macedonia del Nord si è impegnata sul fronte delle modifiche costituzionali richieste rispetto a giustizia, appalti, pubblica amministrazione e i lavori stanno andando avanti anche sul fronte delicato dell'accoglienza dei migranti. La situazione della Bosnia Erzegovina procede lentamente soprattutto nei confronti delle politiche per la giustizia e per le riforme legate allo stato di diritto come ad esempio la legge elettorale che non pone tutte le comunità etniche sullo stesso piano. 

L'Albania sta lavorando su riforme fondamentali legate alla trasparenza e alla lotta alla corruzione e alla libertà di espressione per le minoranze.

I negoziati con la Turchia, infine, sono in stallo dal 2018. La cooperazione con la Turchia in ambiti di interesse comune è proseguita in settori essenziali quali la lotta al terrorismo, l'economia, l'energia, la sicurezza alimentare, la migrazione e i trasporti ma non ci sono ancora le condizioni di libertà di espressione e di diritto necessarie all'acquis comunitario. 

La relazione era molto attesa dai paesi coinvolti perché nello scenario contemporaneo di instabilità geopolitica la prospettiva di aderire all'Unione Europea rappresenta un elemento di speranza e di sicurezza per il futuro. 

 

Giusy Rossi

Ambasciatrice Erasmus

per @europolitiche.it


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