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Questione meridionale e istruzione nell'ottica nazionale ed europea. Conversazione con il Professor Paolo Sagg

05-07-2023 15:26

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Questione meridionale e istruzione nell'ottica nazionale ed europea. Conversazione con il Professor Paolo Saggese

A cura di Alessandro Mauriello

 

Nell'ottica del dibattito sulla coesione sociale ed economica del sistema Paese, anche in ambito europeo dovremmo approfondire l'annosa Questione meridionale e le correnti culturali che hanno caratterizzato tale elaborazione. Lo faremo con il prof. Paolo Saggese, meridionalista, dirigente scolastico, saggista e autore di  numerosi volumi sul tema (altri sono in elaborazione). 

A cura di Alessandro Mauriello.

 

Quali sono gli intellettuali più significativi del meridionalismo? 

Come ben evidenzio nei miei precedenti lavori la Questione meridionale nasce con l'Unità nazionale, non da ultimo il più recente dei quattro libri scritti sul tema dal titolo La Scuola e la Questione meridionale nel primo secolo dell'Unità Nazionale (Vol. I)” (Il Terebinto, Av, 2023). Benedetto Croce, riprendendo un adagio secondo il quale il Sud fosse  un paradiso abitato da diavoli, dimostrò come altri che non era così, ma un luogo denso di povertà e degrado. Tra questi il ministro della pubblica istruzione Francesco De Sanctis nel governo Cavour, che poi prese parte alla cosiddetta Scuola Liberale del meridionalismo italiano, insieme a Sidney Sonnino, Pasquale Villari, Giustino Fortunato. Per questa scuola di pensiero la questione meridionale era questione sociale, e quindi risolta la seconda si sarebbe risolta anche la prima, preoccupati della tenuta politica dello stato liberale e della rivoluzione dei poveri.

Poi vi era il cosiddetto Meridionalismo Rivoluzionario, composto da intellettuali e dirigenti politici come Antonio Gramsci con il suo Alcuni temi della quistione meridionale e altri importanti intellettuali (Piero Gobetti, Guido Dorso, Tommaso Fiore, tra gli altri).

Proseguendo poi nella composizione di questa corrente di pensiero, troviamo ad esempio Gaetano Salvemini e Peppino Di Vittorio.

Poi la scuola cattolica di Pasquale Saraceno, figura forte delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno con linvenzione della Cassa per il Mezzogiorno, economista Svimez, che in questi giorni è ricordato da un francobollo emesso da Poste italiane per i 120 anni dalla nascita.

Altre due figure eretiche, diciamo non collocabili per la magnitudo intellettuale sono: Manlio Rossi Doria, economista agrario e fondatore della scuola di Portici poi Senatore per il Psi in Irpinia. Emilio Sereni scrittore, storico dell'Agricoltura, partigiano e costituente. 

 

Scuola e Mezzogiorno. Quale connessione?

La connessione tra i due fenomeni è ormai acclarata, ma non da oggi con i vari e raffinati indicatori statistici di oggi, con per esempio i vari rapporti dell'Osservatorio sulla povertà educativa promosso da Open Polis e Con i bambini.

Una connessione forte, riprendendo l'opera intellettuale di un altro gigante come Carlo Levi, che affermò che sovrapponendo la mappa della povertà economica del Paese e la mappa della povertà educativa, queste corrispondevano nelle varie distribuzioni, formando una mappa geo economica dell'istruzione e dei divari. Mi spiego riprendendo il lavoro di un Premio Nobel come Armatya Sen, con il suo approccio alle capabilities per il quale esiste un legame tra disuguaglianza, alfabetizzazione e democrazia sostanziale, che interessa i rapporti tra individuo e sistema sociale come ben afferma l'economista indiano: non penso che il tasso di disuguaglianza aumenti con la globalizzazione, però la differenza tra ricchi e poveri è lo stesso intollerabile. Dobbiamo cambiare completamente ottica, non si possono  perseguire le stesse politiche. Purtroppo invece, dobbiamo constatare che la politica non si occupa di inuguaglianza. Eppure la libertà personale è strettamente legata alla possibilità di scegliere, quindi allautonomia economica.

 

Don Milani, da educatore cosa lascia nelle istituzioni formative ?

Il Priore di Barbiana ha un merito straordinario, ne ha tanti anzi ma quello maggiore è aver denunciato tra i primi, come Umberto Zanotti Bianco: i limiti della scuola classista, con una immagine plastica di un luogo che certifica una società ingiusta densa di differenze sociali. La centralità del linguaggio, come costruttore di identità per chi non ha voce in un lessico ridotto per una vera emancipazione delle classi deboli.
 

Altra figura del Mezzogiorno, Rocco Scotellaro. Ci può descrivere il suo percorso? 

Rocco Scotellaro è una figura fondamentale per comprendere il percorso di riscatto e di bisogno di ascensore sociale.

Talento poliedrico nelle sue dimensioni pubbliche: politico, amministratore locale, poeta e scrittore.

Non da ultimo scienziato sociale chiamato all'Osservatorio di economia agraria di Portici da Manlio Rossi Doria, con la formazione preliminare del Piano regionale della Basilicata, commissionato dallo Svimez. Nella sua relazione Scuole di Basilicata, che io analizzo, affronta proprio il tema cruciale tra scuola e Questione meridionale.

 

Alessandro Mauriello @europolitiche.it


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