Dopo tre anni, i rappresentanti istituzionali dei 27 Stati membri dell'Unione europea hanno concordato le nuove regole fiscali.
Il nuovo Patto di stabilità e crescita è stato concordato fra i 27 ministri dell'Economia a pochi giorni dalla pausa natalizia. Il testo licenziato dal Consiglio dovrà essere ora negoziato con il Parlamento europeo e ratificato velocemente, per agevolare il varo di future leggi di bilancio nazionali adattate alle nuove norme.
Il testo prevede che i Paesi membri inizino a tagliare il debito dopo aver conseguito gli impegni sul deficit. Quelli più indebitati (oltre il 90%) saranno chiamati a un aggiustamento dell'1% ogni anno. I Paesi con un debito pubblico tra il 60 e il 90% del Pil dovranno ridurlo dello 0,5%.
La proposta legislativa della Commissione di aprile 2023 ha costituito una griglia negoziale rivelatasi efficace.
Per i Paesi che sono nel cosiddetto braccio preventivo, la struttura fondamentale non muta. Il passaggio a un approccio di medio termine è stato recepito, con i Paesi con debito elevato impegnati a proporre un piano di aggiustamento (fiscale e strutturale) di durata quadriennale, estendibile a sette anni se il paese si impegna con la Commissione a perseguire un programma di investimenti e riforme.
Il nuovo quadro di stabilizzazione fiscale era molto atteso e avrà enorme importanza nei futuri equilibri e riequilibri continentali.
Antonio De Chiara @europolitiche.it